Artesacra

Lc 12,1-7

«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Lc 12,1-7

Signore ti riconosco mio Re

Quello che mi fa dipendente da Te è l’amore che mi dai

Sei in me più di quello che io possa pensare

Però in quanto a fedeltà a Te sono un traditore

Basta un niente che mi porta lontano da Te e di questo ne sento il peso

Da quando mi hai fatto la grazia di conoscere di esserti figlio

Il peccato commesso è stato il motivo di esercitare la figliolanza

Sono sempre corso da Te e in Te mi sento completo

Dal peccato di ipocrisia mi hai sempre tenuto lontano

E questo mi ha dato una libertà di manifestarmi nella mia fragilità

Ho sempre coltivato in me la bellezza di essere cattolico

Non ho mai fatto niente di segreto come se appartenessi a una setta

Ne ho mai ascoltato oppure ho fatto pettegolezzi nei lunghi corridoi romani

Non ho mai bisbigliato all’orecchio di qualcuno

Quando qualcuno mi da qualcosa di buono a parte lo divido sempre con tutti

Non perché sono generoso è solo perché tu mi hai insegnato a darmi senza misura

Lo faccio perché sono bravo ? No

L’unica paura che ho è finire nella geenna lontano da Te

Se oggi che non ti vedo faccio esperienza della tua paternità

Perché alla fine della vita mi devo privare di stare nella tua paternità?

Il mio è un calcolo di figlio